Incentivazione dei sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici.
Produrre da soli in modo pulito la propria energia grazie ai pannelli solari fotovoltaici montati sul tetto di casa è una scelta che molti hanno fatto negli anni passati e molti stanno continuando a fare anche adesso.
L’impianto fotovoltaico ovviamente produce solo quando il sole splende, mentre i consumi elettrici delle famiglie sono spesso concentrati nelle altre ore del giorno. Certo, si può scambiare energia con la rete (meccanismo di scambio sul posto), immettendola quando il sistema produce e in casa non si consuma, prelevandola poi quando il sole non c’è, ma si richiede elettricità.
Per utilizzare quasi al 100% l’energia autoprodotta dall’impianto FV la strada più interessante, dopo un’attenta analisi della propria tipologia di consumo elettrico, è quella di dotarsi di un sistema di energy storage elettrochimico, ossia di un sistema di batterie.
L’obiettivo del Bando è proprio quello di aumentare la diffusione dei sistemi di accumulo dell’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici domestici.
L’iniziativa intende finanziare l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo presso le utenze domestiche dotate di impianti fotovoltaici, attraverso un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese sostenute.
Il bando prevede tempistiche differenti per sistemi di accumulo già installati (tipologia A) e sistemi di accumulo da acquistare e installare (Tipologia B):
• per i sistemi già installati le domande possono essere presentate dall’8/07/2019 al 06/09/2019 (tipologia A);
• per i sistemi di accumulo non ancora installati (tipologia B) il bando apre il 9/09/2019 fino al 31/12/2020 e/o fino ad esaurimento delle risorse.
Il bando è rivolto ai privati cittadini residenti in Lombardia in possesso di un impianto fotovoltaico.
L’agevolazione prevista è un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di un sistema di accumulo, fino ad un massimo di 3.000,00 euro. E’ prevista l’erogazione del contributo in un’unica quota a seguito della rendicontazione delle spese sostenute.
Le soluzioni per un sistema di accumulo sono tante e interessanti, di seguito alcuni consigli utili per scegliere il sistema di accumulo adatto alle proprie esigenze.
Le tecnologie: piombo o litio?
Le tecnologie su cui sono basati gli accumuli elettrochimici in commercio sono diverse: ioni di litio, piombo, sodio, sodio-nichel, sodio-zolfo. Le due tipologie di batteria più diffuse sono quelle al litio e quelle al piombo-acido.
Le batterie piombo-acido sono più economiche, ma hanno una vita utile minore. Inoltre sono ingombranti e devono essere posizionate obbligatoriamente in locali areati, perché durante la fase di carica producono gas idrogeno.
Garantiscono buone durate solo con una profondità di scarica (DOD) del 50%, cioè solo se non scaricate per oltre la metà della loro capacità di accumulo nominale. Quindi uno storage al piombo-acido da 10 kWh nominali garantisce un accumulo utile di 5 kWh. Tra quelle a piombo acido si distinguono la tecnologia AGM e OpzV; queste ultime, più care e concepite per l’uso ciclico, hanno durate più lunghe, garantendo fino a 2500 cicli di carica/scarica.
Le batterie agli ioni di litio sono meno ingombranti, hanno una vita utile molto più lunga, ma sono più costose. Possono essere usate con una profondità di scarica anche oltre l’80% della capacità nominale: basta dunque una batteria con capacità nominale più contenuta per lo stesso fabbisogno.
Come si installano le batterie: lato produzione, post produzione, contatori
I sistemi di accumulo possono essere “lato produzione”, cioè installati tra l’impianto fotovoltaico e l’inverter, che “post-produzione”, cioè installati a valle dell’inverter per i pannelli solari FV. Nel primo caso, quello dello storage lato DC, non ci sarà bisogno di installare un inverter aggiuntivo, ma si potrà usare quello dell’impianto fotovoltaico, se compatibile.
Lo storage può essere sia monodirezionale – cioè le batterie si caricano solo dal fotovoltaico – che bi-direzionale, cioè le batterie si caricano anche dalla rete. Una cosa diversa dai sistemi di accumulo sono i gruppi di continuità o UPS: l’installazione di un UPS utilizzato poi come sistema di accumulo non è conforme alla normativa vigente.
Per installare un sistema di accumulo “lato produzione bidirezionale”, se il contatore dell’energia prodotta è monodirezionale (cosa rara), questo va sostituito con uno bi-direzionale.
Un nuovo contatore bidirezionale va montato (secondo la normativa), anche se è sul lato post-produzione, solo se l’impianto è incentivato con il quinto conto energia FV: accede alle tariffe omnicomprensive e/o beneficia dei prezzi minimi garantiti; contemporaneamente lo storage è bidirezionale, cioè si ricarica anche con la rete.
Le batterie più diffuse al momento sono comunque quelle monodirezionali, cioè che si possono caricare solo lato fotovoltaico, e in questi casi si può aggiungere l’accumulo anche senza installare alcun contatore aggiuntivo.
Come aggiungere un impianto l’accumulo al fotovoltaico senza perdere gli incentivi
Gli impianti FV incentivati collegati alle reti di distribuzione in bassa o media tensione, come il classico fotovoltaico su tetto da 3 kW, possono sempre essere abbinati a un dispositivo di storage elettrico mantenendo gli incentivi, con una sola eccezione: quelli di potenza inferiore a 20 kWp regolamentati dal primo conto energia.
È però indispensabile scegliere un sistema conforme alle norme di connessione, che sono la CEI 0-21 e la CEI 0-16, rispettivamente per gli impianti in bassa e media tensione e rispettare quanto stabilito dall’Autorità per l’Energia nelle delibere 574/2014 e 642/2014 e dal GSE nelle regole tecniche pubblicate in seguito.
Link bando Regione Lombardia accumulo fotovoltaico