Definizione e spiegazione delle diverse tipologie di manutenzione.
La UNI 11063:2017 (precedente UNI 11063:2003), è una norma rilevante sia per quanto riguarda attività in aspetti di sicurezza che per politiche di manutenzione. Essa prevede infatti termini e definizioni ben precise in questo ambito.
Di seguito un riassunto delle definizioni più importanti.
Manutenzione (UNI 13306:2018 p. 2.1): Combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, durante il ciclo di vita di un’entità, destinate a mantenere o a riportarla in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta.
La manutenzione si ripartisce, in funzione:
• del contenuto dei lavori;
• della loro finalità;
La norma classifica le attività manutentive in due macro aree a seconda dello scopo per cui sono eseguite:
• Manutenzione ordinaria
• Manutenzione straordinaria
La principale differenza di trattamento fra manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria sta proprio nella loro natura:
• la prima comprende la semplice manutenzione correttiva e la manutenzione preventiva minore (limitatamente alle operazioni di routine e di prevenzione del guasto)
• la seconda comprende tutte le restanti azioni manutentive come la manutenzione migliorativa e la manutenzione preventiva rilevante (quali ad esempio revisioni, che in genere aumentano il valore dei sistemi e/o ne prolungano la longevità).
Per manutenzione ordinaria si intendono quelle tipologie di interventi di manutenzione, durante il ciclo di vita, atti a (UNI 11063:2003; 4.1):
• mantenere l’integrità originaria del bene;
• mantenere o ripristinare l’efficienza dei beni;
• contenere il normale degrado d’uso;
• garantire la vita utile del bene;
• far fronte ad eventi accidentali.
Generalmente gli interventi sono richiesti a seguito di:
• rilevazione di guasti o avarie (manutenzione a guasto o correttiva);
• attuazione di politiche di manutenzione (manutenzione preventiva ciclica, predittiva, secondo condizione);
• esigenza di ottimizzare la disponibilità del bene e migliorarne l’efficienza (interventi di miglioramento o di piccola modifica che non comportano incremento del valore patrimoniale del bene).
I suddetti interventi non modificano le caratteristiche originarie (dati di targa, dimensionamento, valori costruttivi, etc.) del bene stesso e non ne modificano la struttura essenziale e la loro destinazione d’uso.
I costi relativi devono essere previsti (anche su base statistica) nel budget di manutenzione e attribuiti all’esercizio finanziario in cui le attività sono state svolte. I costi di manutenzione ordinaria sono sempre spesati.
In particolare, le tipologie di attività di manutenzione a cui fa riferimento la norma sono la:
4.1.1.1 – Manutenzione correttiva (corrective or breakdown maintenance): manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di un’avaria e volta a riportare un’entità nello stato in cui essa possa eseguire una funzione richiesta (UNI EN 13306:2003; 7.6).
4.1.1.2 – Manutenzione preventiva (preventive maintenance): manutenzione diretta a prevenire guasti ed avarie.
4.1.1.3 – Manutenzione migliorativa (improvements and modifications): l’insieme delle azioni di miglioramento o piccola modifica che non incrementano il valore patrimoniale del bene (UNI 10147:2003; 7.4).
Per manutenzione straordinaria si intendono quelle tipologie di interventi non ricorrenti e di elevato costo, in confronto al valore di rimpiazzo del bene ed ai costi annuali di manutenzione ordinaria dello stesso (UNI 11063:2003; 4.2).
Tali interventi inoltre:
• possono prolungare la vita utile e/o, in via subordinata migliorarne l’efficienza, l’affidabilità, la produttività, la manutenibilità e l’ispezionabilità;
• non ne modificano le caratteristiche originarie (dati di targa, dimensionamento, valori costruttivi, etc.) e la struttura essenziale;
• non comportano variazioni di destinazioni d’uso del bene.
I costi relativi sono previsti nel budget di manutenzione.
L’intervento deve essere evidenziato contabilmente; il costo sostenuto per la sua realizzazione può essere:
• attribuito all’esercizio finanziario in cui gli interventi sono stati realizzati;
• capitalizzato, purché determini l’incremento del valore patrimoniale del bene (interventi quali le sostituzioni di componenti strutturali importanti, il rifacimento sostanziale di parti del bene) che in generale determina un aumento significativo della vita utile del bene stesso e/o delle prestazioni proprie della sua funzione.
Gli interventi di manutenzione straordinaria devono essere opportunamente identificati ed elencati.
Tra questi si annoverano, in genere:
• qualsiasi tipo di intervento sul sistema strutturale;
• grandi interventi sui sistemi tecnologico e delle pertinenze;
• la manutenzione episodica (coibentazioni di tubi, impermeabilizzazioni, pitture, piccoli lavori civili, etc.).
Per ciascuna tipologia di lavori straordinari è necessario che siano definiti i rispettivi contenuti e criteri di attivazione, esecuzione, controllo e contabilizzazione.
La manutenzione straordinaria, nell’ambito degli edifici, è quella che:
• deve mantenere un bene in conformità di norme cogenti;
• deve preservare od allungare la vita residua dei beni;
• viene effettuata “una tantum” o con frequenze pluriennali.
Le norme cogenti sono quelle di legge in materia di salute, sicurezza ed ambiente (HSE).
La vita residua di un bene corrisponde alla vita utile meno la vita passata. Il dato può essere acquisito mediante verifica ispettiva (audit) tecnica in cui sistematicamente si individuano qualitativamente o quantitativamente alcuni parametri, con riferimento a specifiche (UNI EN 13306:2003; 4.7).
La vita utile è invece, in certe condizioni, l’intervallo di tempo che inizia in un dato istante e che termina quando il tasso di guasto è inaccettabile, oppure quando si ritiene che l’entità non sia riparabile a seguito di un’avaria o di altri fattori pertinenti (UNI EN 13306:2003; 4.9).
La manutenzione straordinaria riguarda tutti e quattro i sistemi di un edificio (strutturale, tecnologico, divisori e pertinenze) con particolar riguardo quello strutturale.
La manutenzione straordinaria offre l’opportunità di interventi di miglioria e modifica.
Schema guida alla scelta della politica di manutenzione corretta: